17 Aprile 2009
In Europa, il trasporto continua a contribuire in maniera sproporzionata alle emissioni di gas ad effetto serra, alla cattiva qualità dell’aria e al rumore. Inoltre, per quanto riguarda il trasporto merci, permane ancora uno sbilanciamento a favore della gomma. Occorre un’inversione di tendenza e integrare le politiche ambientali e quelle dei trasporti. E’ quanto messo in evidenza dall’European environment agency (Eea) che nei giorni scorsi ha presentato la relazione annuale “Transport at a crossroads” sul rapporto Term (Transport and environment reporting mechanism) al Parlamento europeo. Secondo Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’Eea: “Nel momento in cui abbiamo bisogno di far fronte ai nostri problemi economici e ambientali con soluzioni sostenibili e “verdi”, la tendenza nel settore dei trasporti sta puntando verso la direzione sbagliata e continuerà in tale modo a contribuire all’inquinamento atmosferico, all’aumento di emissioni di gas a effetto serra e di numerosi impatti ambientali negativi. Le emissioni di gas serra, che derivano dai trasporti, escludendo quelle del sistema aereo e marittimo, nonostante l’impegno dei governi a ridurle del 20% entro il 2020, sono cresciute del 26% fra il 1990 e il 2006; il volume delle merci trasportate dai paesi dell’Ue sono cresciute del 35% nello stesso decennio, ma in proporzione si è ridotta la quota del trasporto ferroviario e fluviale, mentre è salita quella del trasporto su strada. Aumentano, inoltre, i possessori di auto, saliti del 22%, nello stesso periodo e cresce il tasso di utilizzo delle auto private, che è lievitato del 18%, in controtendenza dai chilometri percorsi per passeggero che sono cresciuti dell’1%. Secondo l’Eea, una delle strategie per invertire questa tendenza è di separare la crescita nel settore trasporti e la crescita economica.
Fonte: Trambus