19 Ottobre 2022
Gli investimenti previsti per lo sviluppo della portualità dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), dal Piano Nazionale Complementare (Pnc) e da risorse nazionali ammontano a 9,2 miliardi di euro, come descritto dal Rapporto “Investimenti e Riforme del PNRR per la Portualità”, pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
Complessivamente, sono previsti interventi in 47 porti localizzati in 14 regioni e di competenza di 16 Autorità di Sistema Portuale (AdSP). Il 46,9% degli investimenti va ai porti del Mezzogiorno, il 37,7% a quelli del Nord e il restante 15,4% a quelli del Centro Italia. A livello regionale, i porti della Liguria e della Sicilia sono i principali beneficiari: alla Liguria sono stati assegnati circa 2,7 miliardi di euro, di cui 600 milioni per la nuova diga foranea di Genova, alla Sicilia circa 1,1 miliardi. Gli investimenti sono accompagnati da numerose riforme riguardanti l’organizzazione delle attività portuali, la semplificazione e la digitalizzazione delle operazioni logistiche, le regole del trasporto marittimo.
“L’auspicio è che pianificazione strategica, investimenti infrastrutturali e riforme siano realizzati anche nel prossimo futuro con una logica sistemica e di piena integrazione degli interventi sui porti con quelli che riguardano le altre infrastrutture del Paese e il sistema logistico complessivo”, ha evidenziato il Ministro Enrico Giovannini. “Con le ulteriori risorse della programmazione europea e nazionale si dovrà continuare a investire nello sviluppo delle zone portuali e retroportuali, soprattutto nel Mezzogiorno, per renderle sempre di più aree di produzione, e non solo di transito delle merci e dei passeggeri, come dimostra l’esperienza dei grandi porti europei”.
In particolare, dei 9,2 miliardi di euro complessivi, gli ultimi progetti sono stati individuati nell’ambito del Pnrr e del Pnc. Per quanto riguarda il Pnc, sono stati finanziati interventi, descritti nel Rapporto con schede tecniche e di sintesi, per complessivi 2,8 miliardi di euro, suddivisi in cinque ambiti: circa il 52% delle risorse (1.470 milioni di euro) è destinato allo sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici, per cui sono previsti 22 interventi in 14 porti. Un ulteriore 24% delle risorse (675,6 milioni) è destinato all’elettrificazione delle banchine (cold ironing) con 44 interventi in 34 porti. Sette investimenti in cinque porti hanno l’obiettivo di aumentare la capacità portuale attraverso opere di dragaggio e nuovi moli e piattaforme, con un investimento di circa 390 milioni di euro (13,8% del totale), mentre le rimanenti risorse (rispettivamente 250 e 50 milioni) sono destinate ad interventi per lo sviluppo delle aree retroportuali (ultimo/penultimo miglio ferroviario e stradale) e all’efficienza energetica. Rilevanti sono anche gli investimenti infrastrutturali per lo sviluppo delle Zone Economiche Speciali (ZES), alle quali sono assegnati 630 milioni di euro per 71 interventi, di cui 33 per progetti di ultimo miglio portuale e nelle aree industriale connesse, 30 per la logistica e l’urbanizzazione, 8 per l’aumento della resilienza dei porti al cambiamento climatico. Di questi, 301 milioni di euro sono direttamente assegnati al governo delle ZES attraverso i commissari nominati.
Nel Rapporto vengono anche descritte le numerose riforme, alcune delle quali previste dal Pnrr, attuate o avviate nell’ultimo biennio: da quella per la semplificazione della pianificazione portuale a quella per la ridefinizione dei processi per l’aggiudicazione delle concessioni portuali, dalla normativa per l’efficientamento energetico dei porti e gli interventi di cold ironing, con l’attribuzione ai porti della qualifica di “comunità energetiche”, alla riorganizzazione dello sviluppo della Piattaforma Logistica Nazionale per la rete dei porti e degli interporti. Inoltre, vengono ricordati gli altri interventi normativi e regolamentari approvati recentemente: la modifica del codice civile relativa al contratto di spedizione (archiviando le regole che risalivano al 1942); il varo dello “Sportello Unico Doganale e dei Controlli” (Sudoco), che attribuisce all’Agenzia delle Dogane il coordinamento dei 133 procedimenti amministrativi di controllo sulla merce in ambito portuale, precedentemente in capo a 13 diverse pubbliche amministrazioni; la creazione dello Sportello Unico Amministrativo (Sua), previsto in tutte le AdSP, che semplifica notevolmente lo svolgimento delle pratiche amministrative; la definizione della National Maritime Single Window quale interfaccia unica nazionale per l’invio delle formalità di dichiarazione delle navi in arrivo e in partenza dai porti italiani, funzione delegata al Comando Generale delle Capitanerie di porto quale Autorità Nazionale Competente; la pianificazione relativa allo spazio marittimo, il cui documento di riferimento è in consultazione pubblica fino al 30 ottobre sul sito del Mims.
Per maggiori dettagli, clicca qui
Fonte: MIMS