Pacchetto mobilità: pubblicati due studi

23 Febbraio 2021

logistica

La Commissione Europea ha pubblicato i risultati di due studi da essa commissionati per valutare gli impatti attesi di due aspetti specifici del Mobility Package I, adottato il 15 luglio 2020.

Questi due requisiti – la restituzione obbligatoria del veicolo nello Stato membro di stabilimento ogni otto settimane e l’applicazione delle quote di cabotaggio alle operazioni di trasporto combinato internazionale – sono stati introdotti dal Parlamento europeo e dal Consiglio e non facevano parte delle proposte della Commissione.

Durante i negoziati sul pacchetto, la Commissione ha rilasciato una dichiarazione su questi due aspetti, esprimendo la preoccupazione che siano in contrasto con le ambizioni del Green Deal europeo. Le due disposizioni non erano state oggetto di una valutazione dell’impatto prima dell’adozione del pacchetto da parte dei colegislatori e la Commissione si è pertanto impegnata a procedere a un’attenta valutazione del loro probabile impatto sul clima, sull’ambiente e sul mercato unico. I due studi sono stati condotti da consulenti indipendenti e ora sono stati completati. La Commissione ha condiviso i risultati con gli Stati membri e il Parlamento europeo e gli interessati possono trovare entrambi gli studi di seguito.

I risultati suggeriscono che l’obbligo di rientro per i veicoli e le imposte alle operazioni di trasporto combinato potrebbero avere effetti negativi, compreso un aumento delle emissioni dei trasporti. La Commissione sta valutando attentamente i risultati dello studio nel contesto del Green Deal europeo, della sua strategia per la mobilità sostenibile e intelligente e del funzionamento del mercato unico.

L’analisi dell’obbligo di rientro dei veicoli mostra che, nello scenario ipotizzato dallo studio, sia probabile che si creino fino a 2,9 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 aggiuntive nel 2023 (ed un aumento del 4,6% delle emissioni derivanti dal trasporto merci su strada internazionali). Nei tre scenari studiati, l’aumento delle emissioni di CO2 varia dallo 0,8% al 4,6%.

Lo studio, incentrato sulle quote di cabotaggio per le operazioni di trasporto combinato internazionale, stima che qualora gli Stati membri decidessero di applicarle, si potrebbero produrre ulteriori 397000 tonnellate di emissioni di CO2 e a potenziali effetti negativi a lungo termine sul trasporto ferroviario e intermodale di merci.

Considerando i risultati di entrambi gli studi, le due disposizioni potrebbero quindi comportare fino a 3,3 milioni di tonnellate aggiuntive di emissioni di CO2 all’anno, il che è paragonabile alle emissioni totali di trasporto di un anno in Estonia. Potrebbero anche generare fino a 704 tonnellate di ossidi di azoto (NOx) e 251 tonnellate di particolato (PM2,5).

L’intenzione della Commissione è di avviare una discussione con gli Stati membri, il Parlamento europeo e tutte le parti interessate sulle possibili strade da seguire, sulla base dei dati e dei risultati dei due studi. La Commissione mira ad avere un dialogo aperto per valutare i potenziali passi successivi alla luce della necessità di perseguire gli obiettivi del Green Deal, il corretto funzionamento del mercato unico e la necessità di garantire standard sociali elevati e il benessere dei conducenti.

Per i due studi, clicca qui

Fonte: Assotir