30 Aprile 2019
Gli investimenti nel TPl rappresentano un formidabile volano per lo sviluppo dell’economia italiana. A sostenerlo uno studio condotto da Cassa Depositi e Prestiti dal titolo “Luci e ombre della mobilità urbana in Italia: ripartire dal trasporto pubblico” recentemente pubblicato.
“Il trasporto pubblico locale (TPL) rappresenta il cardine della mobilità urbana, interessata a livello globale da dinamiche di profonda trasformazione. Comparto a dimensione locale, legato strettamente alle economie urbane, il TPL ha tuttavia impatti di estremo rilievo in termini di sviluppo e competitività dell’intera economia nazionale. Al pari degli altri servizi pubblici locali, contribuisce in maniera determinante a migliorare la qualità della vita dei cittadini, elemento cruciale, se si considera che le città sono destinate a svolgere un ruolo sempre più rilevante per le economie mondiali”.
Da queste considerazione si apre il rapporto dal titolo “Luci e ombre della mobilità urbana in Italia: ripartire dal trasporto pubblico”, realizzato da Cassa Depositi e Prestiti, in collaborazione con l’Area studi e ricerche, diffuso in questi giorni sul sito istituzionale.
Nell’analisi condotta emerge che in l’Italia il sistema della mobilità, nonostante un graduale miglioramento, è ancora molto distante dagli standard degli altri Paesi europei. Nel nostro paese – affermano i ricercatori – si viaggia su mezzi obsoleti e la rete di trasporto urbano su ferro è ancora poco capillare. Le tariffe sono tra le più basse d’Europa, mentre la contribuzione pubblica per i servizi di mobilità collettiva è tra le più elevate.
Anche in termini di domanda di mobilità la distanza è notevole. Se a Roma la mobilità privata (auto/moto) rappresenta più del 65% degli spostamenti e a Milano si colloca poco al di sotto del 50%, a Londra si effettua con mezzi propri poco più del 30% degli spostamenti e a Parigi circa il 17%.
Scrivono gli autori nelle conclusioni che l’offerta di “più trasporti” è la variabile chiave per influenzare la domanda: “Se, da un lato, si colgono i primi lievi segnali di un orientamento della domanda verso la mobilità collettiva – negli ultimi 10 anni la quota modale dell’auto negli spostamenti urbani si è contratta passando dal 63,9% al 58,6% – dall’altro, è evidente che laddove si investe per aumentare l’offerta di trasporto la risposta della domanda non tarda a venire”.
I ricercatori evidenziano che la necessità di rafforzare l’offerta di TPL “è condivisa sia dal legislatore – che, attraverso i finanziamenti già stanziati fra il 2016 e il 2018 per il quinquennio 2019-2023, ha sostenuto la realizzazione di investimenti a supporto del settore per il rinnovo del parco e l’ampliamento delle reti – sia dalle aziende che, pur lentamente e in modo non omogeneo, sperimentano un aumento del rapporto tra ricavi da traffico e costi operativi evidenziando, a livello aggregato, miglioramenti di efficienza.
Nella stessa direzione – si legge nel rapporto – si attendono anche i contributi dal lato della concorrenza e della regolazione. Le gare per l’affidamento del servizio, nonostante la proroga dei termini, rappresenteranno, a breve, un elemento ineludibile. Dalla concorrenza, in analogia a quanto avvenuto per altre modalità di trasporto, come il trasporto ferroviario ad alta velocità o il trasporto aereo, si attendono benefici per l’utenza.
Benefici che potrebbero dare spinta ulteriore alla domanda, indirizzandola verso il trasporto collettivo.
Fonte: Clickmobility