21 Ottobre 2024
Motus-E, l’associazione italiana costituita su impulso dei principali operatori industriali dei settori automotive ed energia e del mondo accademico per favorire la transizione energetica e PwC Strategy, hanno pubblicato nei giorni scorsi lo studio “Il futuro della mobilità elettrica in Italia al 2035”, contenente le previsioni sul parco circolante elettrico nei prossimi 11 anni e sui numeri delle colonnine pubbliche e private ipotizzando due differenti scenari.
Partendo dai circa 57.000 punti di ricarica a uso pubblico già installati in Italia, e dalla consistenza attuale del parco circolante elettrico italiano, il report aggiorna in base alle ultime evoluzioni regolatorie e di mercato le previsioni di penetrazione nel Paese dei veicoli elettrici e ibridi plug-in (considerando auto e veicoli commerciali), nonché le stime di crescita dell’infrastruttura di ricarica, estendendo l’orizzonte temporale fino al 2035.
L’Italia – si legge nel rapporto – sarà dotata entro il 2035 di un’infrastruttura che conterà tra i 198.000 e i 239.000 punti di ricarica a uso pubblico per i veicoli elettrici, grazie a investimenti privati fino a 4 miliardi di euro, affiancati da oltre 5 milioni di punti di ricarica tra domestici e aziendali.
Fra i soggetti che realizzano le infrastrutture di ricarica Enel è sempre il primo operatore con ben 21.500 punti di ricarica installati sul territorio italiano. Inoltre, nel 2023 Enel ha venduto oltre 70.000 colonnine di ricarica domestiche, le wall box, a conferma di un interesse per le ricariche private.
L’analisi nello scenario più conservativo stima che al 2030 circoleranno in Italia 2,6 milioni di veicoli elettrici e 1,2 milioni di ibridi plug-in. Nel 2035 le BEV saranno poi in crescita fino a quota 8,6 milioni di unità, mentre le plug-in rimarranno stabili a 1,2 milioni.
Sotto il profilo infrastrutturale, questo scenario prevede la presenza nel Paese di 115.000 punti di ricarica a uso pubblico al 2030 e 198.000 al 2035, con una composizione che vedrà al termine dell’orizzonte considerato il 52% di punti in corrente alternata (AC), il 36% di tipo veloce in corrente continua fino a 149 kW di potenza (DC) e il 12% ultraveloce con potenza dai 150 kW in su (High Power Charger o HPC).
Proprio le colonnine ad altissima potenza saranno protagoniste assolute lungo le autostrade, con la rete di ricarica sulla grande viabilità che conterà circa 4.000 punti di ricarica al 2030 e 7.000 al 2035, tutti in corrente continua, con il 79% di punti ultrafast HPC e il 21% di fast DC.
Per quanto riguarda invece l’infrastruttura di ricarica privata, si stima, nello scenario conservativo, un numero di punti di ricarica domestici pari a 1,5 milioni nel 2030 e a 4,4 milioni nel 2035, a cui sommare rispettivamente 143.000 e 451.000 punti di ricarica in ambito lavorativo.
Fonte: Clickmobility