16 Gennaio 2020
L’Unione europea ha approvato nei giorni scorsi il Green Deal, il piano per gli investimenti sostenibili che punta a “mobilitare almeno mille miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni” e invia un chiaro segnale a tutti: “quando si fanno investimenti occorre pensare verde”.
L’Unione europea prevede di dedicare un quarto del proprio bilancio alla lotta ai cambiamenti climatici e ha istituito un programma per spostare 100 miliardi di euro (110 miliardi di dollari) in investimenti per rendere l’economia più rispettosa dell’ambiente nei prossimi 10 anni. Cento miliardi che potranno andare a tutti i Paesi, non solo a quelli chiamati a maggiori sforzi per uscire dal carbone.
Il fondo è progettato per convincere i Paesi dipendenti dal carbone ad abbracciare il Green Deal, aiutandoli a superare i costi finanziari e sociali necessari ad allontanarsi dai combustibili fossili.
Il piano includerà un meccanismo progettato per aiutare le regioni più colpite dalla transizione verso industrie più “pulite”, sebbene tutti gli Stati membri dell’Ue avranno diritto a sussidi.
“Rivedremo, possibilmente correggeremo, la normativa europea sugli aiuti di Stato in linea con gli obiettivi politici del Green deal”. Così il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni, presentando il Piano europeo per gli investimenti sostenibili. Nel testo adottato dal collegio dei commissari, si indica la fine del 2021 come scadenza entro la quale effettuare tale revisione.
“La revisione in arrivo del nostro quadro di regole di bilancio includerà un riferimento agli investimenti pubblici sostenibili nel contesto della qualità dei conti pubblici .- ha spiegato Gentiloni – Aspetto di discutere su come trattare gli investimenti sostenibili nell’ambito delle regole di bilancio Ue, ovviamente preservando le salvaguardie contro il rischio di sostenibilità del debito”.
“Per l’Italia si parlerà di centinaia di milioni”, ha precisato il commissario agli affari economici invitando comunque a non concentrarsi sulle singole poste per i Paesi ma sulle potenzialità “di questa sfida che cambierà nei prossimi dieci anni il modo di consumare, di abitare e il modo di alimentarsi se davvero vogliamo arrivare all’obiettivo della neutralità climatica”. Gli ambiti in cui si dovrà intervenire sono molti: dai mezzi di trasporto, ai sistemi di generazione di energia, dall’efficienza energetica degli edifici, alle crisi industriali.
Secondo le stime della Commissione, il raggiungimento degli obiettivi climatici per il 2030 – che includono la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 40% rispetto ai livelli del 1990 – costerà ulteriori 260 milioni di euro all’anno. Per qualificarsi per il sostegno finanziario, gli Stati membri dovranno presentare piani per ristrutturare la propria economia e dettagliare i progetti a basse emissioni. I piani avranno bisogno dell’approvazione della commissione. I progetti che includono l’energia nucleare non potranno beneficiare di finanziamenti, ad eccezione di quelli relativi al programma Euratom per la ricerca e la formazione nel settore nucleare.
Fonte: Repubblica.it