22 Febbraio 2023
La Commissione europea ha pubblicato i risultati di un’ampia indagine sullo sviluppo del settore della logistica urbana nelle città europee. Lo studio, coordinato da FIT Consulting, socio ordinario di TTS Italia, che ha curato l’impostazione metodologica, effettuato un’analisi approfondita dei risultati e redatto la pubblicazione, si è focalizzato sulla logistica urbana, uno dei segmenti più complessi e meno efficienti del trasporto merci, responsabile di una quota significativa della congestione del traffico e delle emissioni inquinanti nelle città dell’Unione Europea.
Nonostante il crescente interesse suscitato dalla logistica urbana nel dibattito pubblico, anche a seguito di rilevanti impatti generati dall’aumento dell’e-commerce, la conoscenza del fenomeno nelle città europee rimane estremamente frammentata e i relativi dati non sono armonizzati a causa della mancanza di un approccio metodologico sistematico. Inoltre, gli operatori logistici sono restii a condividere le informazioni in un contesto altamente competitivo e in un mercato così remunerativo.
Con queste presupposti, la Commissione Europea ha lanciato un’indagine (denominata Study on New Mobility Patterns in European Cities – Targeted Survey on Urban Logistics) focalizzata sulla logistica urbana con l’obiettivo di raccogliere dati e rendere disponibili indicatori relativi agli aspetti economici, ambientali ed operativi e per porre le basi per una migliore comprensione di questo settore e dei suoi attori, promuovendo contestualmente metodologie standardizzate per ulteriori approfondimenti da condurre a livello cittadino.
Dall’analisi effettuata sui dati rilevati emerge un quadro generale del settore della logistica urbana in un campione di città che può essere considerato rappresentativo dei maggiori centri urbani dell’Unione Europea.
I risultati più rilevanti dell’analisi sono i seguenti:
• la composizione della flotta delle imprese che effettuano consegne urbane presenta, come prevedibile a causa delle regolamentazioni sulle Zone Traffico Limitato e per la specificità delle consegne di ultimo miglio, una quota maggiore di veicoli leggeri rispetto ai veicoli pesanti;
• in termini di modello di business prevalgono gli operatori in conto proprio con una quota media complessiva pari a circa 50%;
• i veicoli con alimentazione endotermica a diesel sono ampiamente i più diffusi in tutta Europa, con eccezioni in poche città tra le quali Barcellona (8% di veicoli ibridi diesel), Stoccolma (53% elettrici sui veicoli leggeri) e Rotterdam (14% elettrici sui veicoli pesanti), a dimostrazione che le politiche locali che promuovono veicoli più puliti hanno prodotto risultati tangibili. Tuttavia, confrontando gli indicatori veicoli-km e tonnellate-km, è risultato evidente che i veicoli elettrici sono utilizzati principalmente su tratte brevi e per volumi di merci ridotti;
• in relazione alla classe Euro e all’età del veicolo, i veicoli Euro 5 ed Euro 6 (fino a 10 anni di età) sono i più comuni. Confrontando gli indicatori relativi alla composizione della flotta, al numero di consegne, ai veicoli-km e alle tonnellate-km, risulta che i veicoli con classe Euro inferiore vengono utilizzati per effettuare più consegne ma per distanze più brevi e per trasportare maggiori volumi di merci, molto probabilmente diretti verso i centri di consolidamento, evitando invece le consegne di ultimo miglio a causa delle restrizioni alla circolazione;
• complessivamente, l’età media dei veicoli è compresa tra 3 e 4 anni a livello aggregato, con flotte più giovani registrate a Brema, Anversa, Rotterdam, Berlino e Stoccolma e flotte più vecchie registrate ad Amsterdam, Bucarest, Sofia;
• le consegne urbane effettuate in bicicletta o in scooter hanno una quota di mercato molto limitata. Inoltre, questi mezzi non vengono citati come possibile soluzione dagli operatori logistici quando è stato loro richiesto quali misure adottare per ridurre le emissioni di CO2. Il limitato interesse per questa modalità dovrebbe essere ulteriormente affrontato nella progettazione di politiche di logistica urbana sostenibile, perché rivela una certa complessità nelle operazioni che non è ancora del tutto compresa dagli enti locali;
• le imprese che dichiarano di avere piani per la logistica a basse emissioni menzionano diverse misure (con ugual livello di priorità): la logistica collaborativa, l’acquisto di veicoli nuovi o con carburante alternativo, l’esecuzione di consegne notturne o l’utilizzo di centri di consolidamento. L’acquisto di flotte di cargo-bike e l’utilizzo di locker sono alternative meno popolari;
• gli operatori logistici che non hanno piani per la logistica a basse emissioni hanno menzionato, come ostacolo, una mancanza di risorse (operative, economiche e finanziarie) che probabilmente indica anche una certa incertezza del proprio posizionamento futuro nel mercato della logistica.
I dati raccolti attraverso lo studio, oltre a fornire un quadro conoscitivo dettagliato del settore, costituiscono un riferimento solido per le future campagne, necessarie per supportare i pianificatori dei trasporti e le pubbliche amministrazioni nello sviluppo dei Piani Urbani di Logistica Sostenibile.
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Fonte: FIT Consulting