27 Novembre 2019
ICity Rank 2019, il rapporto annuale di FPA, società del gruppo Digital360, fotografa la situazione delle città italiane nel percorso per diventare intelligenti e sostenibili, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili, capaci di introdurre innovazioni e promuovere sviluppo adattandosi ai cambiamenti in atto. FPA ha individuato e analizzato sei dimensioni urbane interessate da processi di innovazione (solidità economica, mobilità sostenibile, tutela ambientale, qualità sociale, capacità di governo e trasformazione digitale), sintesi di oltre 100 indicatori (basati su più di 250 variabili) che, aggregati nell’indice finale ICity Rank, consentono di stilare la classifica finale dei 107 comuni capoluogo.
Per il sesto anno consecutivo Milano si conferma la città più smart d’Italia, in prima posizione per solidità economica e mobilità sostenibile, con ottimi risultati anche negli ambiti qualità sociale (2°) e trasformazione digitale (3°), anche se resta ancora fuori dalle prime dieci per capacità di governo (12°) e appare molto in ritardo nella tutela ambientale (54°). A differenza degli ultimi anni, però, nel 2019 si riduce nettamente il divario fra il capoluogo lombardo e il resto del Paese. Firenze, seconda in classifica, è lontana solo due punti, grazie al primo posto nella qualità sociale e trasformazione digitale e al buon posizionamento nella capacità di governo (2°), tutela ambientale (5°) e mobilità sostenibile (3°). Anche Bologna, in terza posizione, diminuisce il distacco dalla vetta piazzandosi davanti a tutti per capacità di governo, seconda per trasformazione digitale e solidità economica, terza per tutela ambientale e qualità sociale. Bergamo, Torino, Trento, Venezia, Parma, Modena e Reggio Emilia completano la classifica delle prime dieci smart city italiane, con risultati paragonabili al terzetto di testa in molti degli indicatori analizzati. Trento è prima in tutela ambientale e terza per solidità economica; Venezia seconda per mobilità sostenibile, Modena quarta per trasformazione digitale. Roma, invece, nonostante le buone performance in alcune dimensioni, come quella della qualità sociale (7°), rimane stabile in 15° posizione, con risultati migliorabili soprattutto nella capacità di governo (29°) e nella solidità economica (30°).
Resta ancora ampio il divario fra Nord e Sud del Paese. Le prime venti città in classifica appartengono alle aree centro-settentrionali, mentre sono al Nord le città che hanno guadagnato più posizioni rispetto al 2018 (Cuneo 23, Brescia e Rovigo 20, e Piacenza, 18). Bisogna scendere fino al 37° posto per trovare la prima città del Meridione e Isole in classifica, Cagliari, che guadagna sei posizioni rispetto al 2018, e soltanto Pescara, Bari e Lecce, fra le altre città del Sud, riescono ad allontanarsi dalla parte bassa della classifica. Tutti gli altri 34 capoluoghi del Mezzogiorno sono fermi nelle ultime 38 posizioni in classifica, con Crotone maglia nera, preceduta da Vibo Valentia, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Trapani, Foggia, Catanzaro, Reggio Calabria, Isernia e Brindisi.
Gli indicatori analizzati dalla ricerca sono: solidità economica; mobilità sostenibile; tutela ambientale; qualità sociale; capacità di governo; trasformazione digitale.
Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, l’indagine si è soffermata su 16 indicatori all’interno degli ambiti sviluppo del trasporto pubblico, riduzione degli impatti del traffico veicolare, strumenti per gestire la mobilità e diffusione di modalità innovative. Milano guida anche questa graduatoria, grazie alla sua vasta rete di trasporto pubblico e alla diffusione degli innovativi servizi di carsharing (prima con 24,3 vetture ogni 10.000 abitanti). Il punto debole è la modesta incidenza delle aree pedonali, che rimane limitata a 46,3 mq per 100 abitanti (dati 2017). Nelle prime dieci posizioni si collocano altre quattro città metropolitane (Venezia, Firenze, Torino e Bologna) e cinque città intermedie: Bergamo (caratterizzata dalla più ampia incidenza delle ZTL, che già nel 2015 coprivano quasi il 15% del territorio comunale), Padova (che con 181,7 km per 100 kmq di superficie guida la classifica per la densità delle piste ciclabili), Mantova, Brescia e Modena. Sono i centri intermedi o piccoli, però, ad aver portato più avanti percorsi socialmente coraggiosi di governo della mobilità (dalle ZTL alle piste ciclabili) o tecnologicamente innovativi della sua gestione (IT MOB e adozione di alimentazioni meno inquinanti nel trasporto pubblico locale). Anche in questa dimensione, il divario col Mezzogiorno resta evidente: la prima città del Sud si trova solo al 26° posto (Cagliari), al 37° la seconda (Bari) e al 54° la terza (Teramo).
Per quanto rigurda, invece, la trasformazione digitale,Firenze è la città più capace di sfruttare appieno le potenzialità offerte dal digitale, seguita da Bologna e Milano. Il capoluogo toscano ottiene il punteggio massimo in quattro indicatori (app municipali, digital openness, wi-fi pubblico e trasparenza digitale) e ottime performance in altri quattro (accesso alla banda-larga, IoT e tecnologie di rete, disponibilità di servizi online, social PA), dimostrando un approccio complessivo che coinvolge non solo l’amministrazione comunale ma l’insieme dei soggetti che operano nel contesto urbano. La prima città del mezzogiorno è Cagliari, che si piazza in 13° posizione e si conferma un’eccezione anche in questa specifica dimensione, ottenendo il punteggio massimo per accesso alla banda larga e facendo registrare elevati punteggi in altri cinque indicatori. Risultati discreti li ottengono però anche Lecce (22°), Palermo (24°) e Bari (25°), che si collocano fuori della top 20 solo per pochi punti. Più staccata Napoli (35°). Gli ottimi punteggi complessivi ottenuti da città non metropolitane come Modena, Bergamo, Brescia, Parma e Trento, e quelli settoriali di Bolzano (prima nell’indicatore IoT e tecnologie di rete) e Pisa (leader per i servizi online) indicano come sia possibile anche per centri di dimensione intermedia raggiungere risultati di eccellenza.
Fonte: FPA