Guida autonoma: se fosse l’auto ad insegnare a guidare?

5 Maggio 2022

La General Motors ha richiesto un brevetto su un veicolo autonomo attrezzato per essere non solo conducente, ma anche insegnante.

L’auto per cui è stato richiesto il brevetto agirebbe utilizzando sensori e feedback in tempo reale. Un processore di bordo indicherebbe le azioni da compiere al conducente. Quando saranno portate a termine, l’auto andrà a confrontare le azioni dell’essere umano con quelle che il suo algoritmo avrebbe fatto. Si genererebbe un punteggio sulla base di quanto le prestazioni del pilota corrispondano alle specifiche dell’auto. L’auto potrebbe anche “consentire selettivamente” all’apprendista di controllare tutte le funzionalità di guida che ritiene appropriate, dover averne valutato le prestazioni. Se l’azione compiuta dalla persona avrà come esito una collisione Il veicolo prenderà nota e determinerà che questo allievo ha bisogno di aiuto. Prontamente andrà a disabilitare l’acceleratore mentre il suo computer prenderà il sopravvento.

Secondo gli studi condotti dalla stessa General Motors, finora gli esseri umani hanno insegnato ad altri umani a guidare, non senza svantaggi. L’istruzione umana è costosa; richiede molto tempo; c’è un alto rischio di inefficienza; si possono trasmettere pregiudizi agli studenti.

L’auto-insegnante fornirebbe, quindi, risultati oggettivi sulle prestazioni del conducente in tempo reale. In un secondo momento le informazioni raccolte potranno essere reperite da terzi, come istruttori di autoscuole o genitori. Più che un sostituto del lavoro umano, si potrebbe, quindi, immaginare come uno strumento di addestramento.

Fonte: Sicurauto