5 November 2020
Un nuovo rapporto dell’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) mostra che, nonostante la forte crescita, l’infrastruttura di ricarica disponibile per i veicoli elettrici nell’UE è ancora molto al di sotto di quanto necessario e rimane distribuita in modo non uniforme tra gli Stati membri.
ACEA ha pubblicato la seconda edizione di “Making the Transition to Zero-Emission Mobility”, uno studio annuale che tiene traccia dei progressi sulla disponibilità delle infrastrutture e degli incentivi necessari per favorire la diffusione sul mercato dei veicoli a propulsione alternativa.
Questo nuovo rapporto mostra che le vendite di auto a ricarica elettrica nell’UE sono aumentate del 110% negli ultimi tre anni. Nello stesso periodo, tuttavia, il numero di punti di ricarica è cresciuto solo del 58% (fino a meno di 200.000), a dimostrazione che gli investimenti in infrastrutture non stanno tenendo il passo con l’aumento delle vendite di veicoli elettrici.
L’analisi di ACEA rivela che solo 1 punto di ricarica su 7 nell’UE è un caricabatterie veloce al momento. Solo 28.586 punti di ricarica sono adatti per la ricarica rapida (con una capacità di ≥22kW), mentre i punti normali (<22kW) rappresentano la stragrande maggioranza (171.239). Molti dei cosiddetti punti di ricarica “normali” inclusi nelle statistiche dell’UE sono prese di corrente a bassa capacità comuni o da giardino che non sono adatte per ricaricare i veicoli a una velocità accettabile, come le normali prese di corrente nei garage.
Un altro risultato fondamentale del rapporto ACEA è che l’infrastruttura esistente rimane distribuita in modo molto diseguale in tutta l’UE. Quattro Paesi che coprono il 27% della superficie totale della regione – Paesi Bassi, Germania, Francia e Regno Unito – rappresentano oltre il 75% di tutti i punti di ricarica elettrica. Il Paese con la maggior parte delle infrastrutture, i Paesi Bassi, ha oltre 1.000 volte più punti di ricarica rispetto al Paese con la minore infrastruttura (Cipro, con 38 punti di ricarica).
L’ACEA ha chiesto alla Commissione europea di accelerare la revisione della direttiva sulle infrastrutture per i combustibili alternativi dell’UE come parte del suo piano di recupero COVID, compresi obiettivi di implementazione chiari e vincolanti per tutti gli Stati membri.
Fonte: Ferpress