5 May 2010
E’ stato presentato nei giorni scorsi a Torino, lo studio “Città sostenibili: Torino”: il rapporto, commissionato da Siemens all’Istituto Piepoli – leader italiano nel campo delle ricerche di marketing e di opinione – fotografa l’attuale situazione in termini di infrastrutture e soluzioni verdi per la tutela del territorio, fornendo anche indicazioni per il futuro. I risultati ottenuti derivano dal monitoraggio di otto diverse categorie: emissioni CO2, consumo energetico, efficienza degli edifici e green hospital, trasporti, acqua, raccolta rifiuti, qualità dell’aria e politiche di gestione del verde. Dal rapporto emergono risultati positivi per quasi tutti gli indici riferiti alla mobilità pubblica e privata, con un’alta densità delle reti ferroviaria (90 km per 100 km2 di superficie comunale contro i 18 km del resto d’Italia), metropolitana (7 contro 0,6), tramviaria (54 contro 1,6) e di autobus (372 contro 117). Buona anche la disponibilità di aree pedonali (52 m2 per 100 abitanti, contro una media di 32) e di piste ciclabili (132 km su 100 km2 di superficie comunale contro una media di 12). Sul fronte della produzione di CO2, Torino pare essere in linea con gli altri capoluoghi esaminati, viste le recenti iniziative che incentivano l’utilizzo del teleriscaldamento e l’installazione di impianti solari fotovoltaici e termici. Anche nella categoria relativa alla gestione dei rifiuti, l’indagine segnala dati positivi e superiori alla media nazionale, in particolar modo per quanto riguarda i rifiuti avviati a impianti di recupero (229 kg per abitante contro i 133 della media nazionale), la minor produzione annua per abitante (548 kg contro 616) e la raccolta differenziata (42% contro il 29%): risultati che si spiegano con il potenziamento negli ultimi anni della raccolta porta a porta. Due, invece, le maggiori criticità. La qualità dell’aria, peggiore rispetto alla media italiana per i superamenti della soglia massima di NO2e di PM10 (rispettivamente 76 giorni contro 18 e 123 giorni contro 80 della media italiana nel 2008), e la scarsa disponibilità di verde urbano pubblico per abitante (22 m2, a fronte dei 94 m2 della media dei capoluoghi di provincia italiani).
Fonte: Eco dalle Città