28 September 2022
La mobilità del futuro sarà sempre più digitale e smart, tanto che nel prossimo decennio raddoppieranno i veicoli connessi, triplicheranno nella mobilità le connessioni di Internet Of Things e nel campo si assisterà ad un uso dell’Intelligenza Artificiale che crescerà del 25%. È quanto emerge dall’ultimo studio pubblicato da The European House – Ambrosetti e OCTO, società di data analytics attiva nel campo della smart mobility, e socio ordinario di TTS Italia.
Lo studio, presentato a Roma nei giorni scorsi, parte dalle premesse di un contesto italiano ancora molto dipendente dall’automobile, con un tasso di motorizzazione di 663 veicoli ogni 1000 abitanti, secondo in Europa solo al Lussemburgo, e con un valore molto più elevato rispetto agli altri principali Paesi europei (Germania 574, Spagna 513, Francia 482, Regno Unito 473). Tale risultato è significativo di quanto il nostro Paese sia dipendente dall’automobile, che da sola vale l’80% del traffico totale dei passeggeri. In prospettiva, un aumento della densità abitativa nei centri urbani pone sfide sempre maggiori per l’ecosistema e gli attori della mobilità (pubblici e privati).
L’iniziativa ha visto la realizzazione di sette tavoli di lavoro tematici che hanno coinvolto 46 tra i principali stakeholder privati e pubblici dell’ecosistema della mobilità italiana chiamati a lavorare su quattro temi chiave per la mobilità nel nostro Paese (e non solo): Smart e Connected Mobility come abilitatore per la Smart City, Mobility-as-a-Service, Mobilità Connessa e gestione delle flotte ed Ecosistemi e spazi-dati per la co-creazione di servizi.
Nel 2021 in Italia l’incidenza dei morti per milione di abitanti è superiore rispetto a quella dei peers europei e alla media europea: 48 morti per milione di abitanti vs. 45 in Francia vs. 32 in Spagna vs. 31 in Germania vs. 24 in UK. È quindi fondamentale agire per promuovere sia la sicurezza attiva sia quella passiva garantendo tempi di risposta rapidi alle emergenze. Le tecnologie connesse sono un «alleato» fondamentale in quanto permettono di raccogliere dati puntuali utili per capire i «fattori di errore», prevenire e correggere gli errori umani e gestire in tempi rapidi le fasi di emergenza.
A livello europeo, il settore dei trasporti è l’unico ad aver aumentato le emissioni di CO2 dal 1990 (+24%), mentre le emissioni medie sono diminuite del 26% nello stesso periodo. Oggi più che mai i consumatori sono orientati verso scelte green: il 46% di essi è pronto a passare a veicoli più sostenibili.
Metodologicamente, questi tre temi sono stati inquadrati entro il concetto di mobilità smart e connessa per il quale è centrale il ruolo dei dati e delle tecnologie digitali del veicolo come abilitatori di nuovi modelli di gestione delle infrastrutture urbane, dei mezzi di trasporto e, in ultima analisi, delle città stesse.
Tale premessa ha portato OCTO e The European House – Ambrosetti ad individuare quattro aree strategiche di lavoro:
Entro le quattro aree strategiche sono stati collocati 14 progetti pilota che fanno riferimento ad altrettanti use case identificati e comunicati da OCTO e The European House – Ambrosetti in occasione dell’OCTO Connected Forum del 2021, progetti studiati per avviare e concretizzare la visione e la missione della via italiana alla mobilità connessa.
Ciascuno di essi fa, infatti, riferimento alla risoluzione di uno specifico bisogno correlato ad un contesto d’uso e rappresenta quindi, un tassello chiave di un modello ecosistemico più ampio che contribuisce a definire un quadro completo entro cui i dati condivisi sono il denominatore comune.
I 14 progetti selezionati sono stati suddivisi all’interno delle 4 aree strategiche e condivisi e analizzati con i diversi stakeholder della mobilità in base alle diverse angolature di ognuno, durante i sette tavoli di lavoro sviluppati nel corso del 2022: Pianificazione urbana, Sicurezza Stradale, Mobility as a Service, Behavioural-based Pricing, Monitoraggio dell’efficienza delle flotte, Transition to green, Ecosistemi di scambio dati.
I lavori hanno aperto un confronto per individuare, approfondire e discutere le opportunità di sviluppo, le necessità sistemiche e le possibilità di collaborazione.
Alle attività di stakeholder engagement hanno partecipato 46 attori della mobilità, provenienti da diversi settori e ambiti di riferimento, dalle Università alla Pubblica Amministrazione ad attori tecnologici a gestori della mobilità urbana ad assicurazioni, ecc.
L’esperienza complessiva ha permesso di individuare alcuni punti chiave per i 14 progetti di Smart e Connected Mobility.
In primo luogo, non è possibile poter realizzare tutti i progetti pilota in una singola città contemporaneamente, perché il percorso di adozione è frutto di una sinergia con una roadmap di priorità “locali”. Piuttosto, risulta fondamentale indirizzare lo sviluppo iniziale con uno specifico ambito progettuale personalizzato sulle esigenze del singolo stakeholder.
Inoltre, è emersa in maniera chiara la necessità di far crescere la conoscenza dell’utilizzo delle tecnologie digitali per la mobilità attraverso la promozione di percorsi di sviluppo che coinvolgano le strutture tecniche per la realizzazione di soluzioni plug&play, ready-to-use e dalla comprovata efficacia.
Infine, l’introduzione di progetti di innovazione non è favorita da meccanismi formali e snelli che regolino il rapporto pubblico/privato e questo determina in molti casi rallentamenti nelle attività di sperimentazione e successiva concretizzazione di progetti.
Ad oggi, tutti i 14 progetti pilota, identificati da OCTO e The European House – Ambrosetti, risultano in corso di avviamento e/o sviluppo con enti pubblici locali e aziende private.
Fonte: Clickmobility