12 February 2021
Case automobilistiche, ambientalisti e gruppi di consumatori chiedono all’UE di fissare obiettivi ambiziosi per Paese per la diffusione di punti di ricarica per veicoli elettrici. In una lettera comune l’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA), i trasporti e l’ambiente (T&E) e l’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC) hanno chiesto ai commissari dell’UE per il clima, i trasporti, l’industria e l’energia di rivedere la legge sui punti di ricarica per i combustibili alternativi per il 2024 e il 2029.
La definizione di obiettivi invierà un segnale forte ai consumatori che il numero di punti di ricarica pubblici manterrà il passo con le crescenti vendite di veicoli elettrici a cui l’Europa sta assistendo, afferma la lettera. Garantirebbe inoltre la necessaria certezza all’industria automobilistica ma anche agli operatori di rete, agli operatori di infrastrutture di ricarica e alle società di trasporto. La proposta aiuterebbe anche la creazione di un milione di posti di lavoro in tutto il continente e aiuterebbe l’UE a raggiungere i suoi obiettivi climatici.
Gli obiettivi dovrebbero essere assegnati a ciascun paese sulla base di una metodologia semplice ed equa che tenga conto di fattori come la quantità di addebito privato disponibile, afferma la lettera. Il numero di caricabatterie accessibili al pubblico dovrebbe aumentare in linea con il numero di veicoli elettrici sulla strada, hanno anche proposto i gruppi. L’UE dovrebbe anche affrontare le crescenti esigenze dei conducenti di veicoli elettrici con accesso scarso o nullo alla ricarica privata, nonché ai taxi elettrici e ai servizi di ride-hailing, fissando obiettivi per caricatori veloci e ultraveloci nelle aree urbane. La legge dovrebbe anche fissare un obiettivo di circa 1.000 stazioni di idrogeno entro il 2029.
I gruppi hanno inoltre invitato la Commissione europea a proporre la sostituzione della direttiva con un regolamento in quanto aiuterebbe ad armonizzare gli standard di ricarica, i metodi di pagamento per i consumatori, la trasparenza delle tariffe, la manutenzione e altre questioni in tutto il mercato comune dell’UE. Un regolamento consentirebbe anche una rapida attuazione dei nuovi obiettivi, mentre una direttiva richiederebbe il loro recepimento nel diritto nazionale, che può richiedere anni.
Fonte: Ferpress