15 April 2019
Incentivare la mobilità sostenibile, tassare inquinamento e spreco, dire basta ai sussidi alle fonti fossili e ridurre in Italia il pesante carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone: 73 miliardi di euro nel 2018. Tasse che vanno nella fiscalità generale e non servono per coprire i costi sociale dei trasporti, e che spesso sono perfino “ingiuste”: spesso, paga di più chi inquina di meno (una ibrida Euro6 paga di bollo e carburante di più di un vecchio pickup diesel del professionista con partita iva). E’ più caro rottamare un vecchio Euro0 che pagare il bollo alla regione (in media ognuno dei 50 milioni di veicoli a motore – dal ciclomotore al camion – paga 120 euro di bollo all’anno). Il possesso del veicolo costa pochissimo, costa invece molto spostarsi tutti i giorni (11% della spesa della famiglia italiana, Istat).
Sono queste in sintesi le quattro grandi proposte che Legambiente ha lanciato al Governo in occasione del Forum Quale Mobilità, organizzato a Firenze nell’ambito dell’ExpoMove, il primo grande evento sulla mobilità elettrica e sostenibile, con l’obiettivo di ricordare all’Esecutivo l’importanza di inserire norme finalizzate allo sviluppo della mobilità sostenibile. Proposte che per l’associazione ambientalista devono essere accompagnate da politiche concrete e lungimiranti che mettano al centro l’abbandono delle fonti fossili e che mirino anche a disincentivare il traffico inquinante andando nella direzione di una mobilità sempre più sostenibile, elettrica, connessa, multimodale accompagnando, così, quella rivoluzione che sta prendendo piede nella Penisola, con Milano che detta l’esempio (Qui i trasferimenti in modo sostenibile sono oltre il 52%). Perché oggi – ribadisce l’associazione ambientalista – la sfida è davvero grande e ambiziosa: occorre fermare i cambiamenti climatici, ridurre un inquinamento che provoca conseguenze gravissime sulla salute e l’ambiente, e rendere più vivibili e sostenibili le città. Ciò vuol dire in termine di mobilità ripensare alla mobilità delle persone, a quella pubblica e condivisa, incrementare i mezzi di mobilità leggera per arrivare così a città a zero emissioni.
Entrando nel dettaglio delle proposte, Legambiente chiede di orientare le tasse sui trasporti in misura proporzionale all’inquinamento e allo spreco. Di introdurre un voucher sulla mobilità sostenibile di mille euro all’anno a chi rottama la vecchia auto, per almeno 2 anni, per acquistare abbonamenti e biglietti del trasporto pubblico, servizi sharing mobility, noleggio auto, moto, o l’acquisto di veicoli elettrici leggeri per uso personale (dalla micromobilità sino ai quadricicli leggeri). Di pensare ad un welfare sulla mobilità. Sul fronte della sharing mobility agevolare l’IVA (10%, come sui biglietti di mezzi pubblici). E poi pensare le città in una chiave smart greed permettendo lo scambio di elettricità in rete e privilegiando, nei trasferimenti statatali ai comuni, i piani (Pums, Paes) obiettivi sfidanti come basse emissioni, smartless… Tra le altre proposte: l’energia elettrica per la ricarica in ambito pubblico non deve essere gravata da nessuna accisa; inoltre per quanto riguarda il bonus elettrico l’associazione chiede incentivo, 20% del prezzo, per acquistare mezzi elettrici ed elettromuscolari leggeri (dall’e-bike al quadriciclo), anche indipendentemente dalla rottamazione di un veicolo a motore a combustione (come oggi per auto elettriche e plugin). E poi la micro mobilità: monopattini, monoruota ed altri (hoverboard e skateboard), musculari, elettrici ed elettromuscolari, dovrebbero essere sottoposti a norme assimilate a quelle delle e-bike: 1) sicuri, 2) velocità massima 6 Km/h sui marciapiedi, 3) 25 km/h nelle piste ciclabili e ammessi sulla strade urbane. E dovrebbe essere consentito il trasporto gratuito sui mezzi pubblici.
Fonte: Eco dalle Città