17 Aprile 2009
Con telecamere e laser “parla” la vettura del futuro con l’autista. E’ stata realizzata dal Vislab dell’università di Parma, guidati dall’ingegnere elettronico Alberto Broggi, e con il contributo della Cassa di Risparmio di Parma, l’auto del futuro in grado di “parlare” con l’autista grazie a telecamere e laser. L’Auto è dotata di un ‘cervello’ intelligente, tanto da gestirsi da sola e da poter arginare l’uomo che, con i suoi errori al volante, provoca il 93% per cento degli incidenti su strada, causa di 1,6 milioni di morti in tutta Europa dagli anni ’70 ad oggi. Si chiama BraiVe (BrainDriveVehicle) e, grazie ad un sofisticato sistema di sensori e ad un’elettronica futuribile, è capace di avvertire il conducente distratto se c’e’ un ostacolo o un pedone sbucato all’improvviso. Ma BraiVe e’ anche un’auto capace quasi di fare a meno del conducente, un veicolo cioe’ che – anche con un guidatore addormentato – può vedere e procedere in sicurezza nella nebbia, suonare il clacson in caso di ostacolo, ma anche sterzare, frenare e perfino inchiodare, se e’ il caso. Per gestire tutti questi sistemi l’auto-robot si affida a 10 telecamere, 3 laser a singolo piano, 1 laser a 4 piani, 16 fasci laser, Dgps e Imu, per la percezione dell’ambiente circostante e ad un sistema drive-by-wire con il quale il veicolo puo’ guidare autonomamente. BraiVe è stata presentata al centro Congressi S. Elisabetta del Campus dell’Ateneo parmense dal Rettore dell’Universita’ di Parma, Gino Ferretti, e dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, Carlo Gabbi. Alla presentazione anche esponenti di Fiat, Ferrari, Iveco, Otomelara e Magneti Marelli. Per realizzare il progetto di auto-robot, il team di Broggi ha ricevuto un finanziamento di un milione e 800 mila euro dall’European Research Council (Erc), un finanziamento ben cospicuo mirato ad un progetto di ricerca italiano nel settore della sicurezza stradale. L’obiettivo della Comunita’ europea, attraverso gli Erc Advanced Grant, infatti, e’ di promuovere ricerche di elevato interesse scientifico e strategico su temi proposti dai ricercatori stessi, questi ultimi selezionati in base alla loro leadership di oltre 10 anni nel proprio settore di ricerca. Un finanziamento cospicuo con il quale si conta di arginare l’emorragia di morti, feriti e anche di soldi. Per le conseguenze di incidenti stradali, l’Europa, secondo il White Paper, ha infatti contato, solo nel 2000, 40.000 morti e 1,7 miloni di feriti per lo più fra i 14 ed i 25 anni, e solo per costi diretti degli incidenti stradali ha speso 40 miliardi di euro e 3-4 volte di più per i costi indiretti inclusi i danni fisici e psicologici. Le stime parlano di 160 miliardi di euro pari al 2% del Pil spesi dall’Europa per gli incidenti stradali.
Fonte: Università di Parma