23 Ottobre 2008
Inserito il 23/10/2008
Il tempo necessario per raggiungere il posto di lavoro è inversamente proporzionale alla corposità della busta paga. Tanto da poter affermare che, laddove la congestione da traffico è più alta, più basso sarà il salario netto del lavoratore.
E una minore congestione attrae nuovi investimenti sul territorio. E’ quanto si legge, per sommi capi, in uno studio pubblicato sull’ultimo numero dei Working Papers della Banca d’Italia, dedicato a “Agglomerazione e crescita: gli effetti dei costi del pendolarismo”. Dall’esame di aree differentemente caratterizzate dalla concentrazione di attività economiche, emerge infatti che “la congestione, modellata come quantità di tempo impiegata per raggiungere il posto di lavoro, ha un impatto negativo sia sul livello di benessere del lavoratore sia sul grado di efficienza dell’economia. Infatti, quanto maggiore risulta il tempo di pendolarismo tanto più bassa sarà l’offerta di lavoro e quindi il salario netto ricevuto dal lavoratore. Inoltre, quanto maggiore è il grado di congestione tanto minore sarà l’offerta di lavoro qualificato e, di conseguenza, tanto minore il tasso di crescita dell’economia”. Dallo studio emerge un persistente divario dei redditi regionali tra le aree dove si concentra l’attività economica più avanzata e quelle periferiche, solitamente specializzate in attività a basso valore aggiunto, e si tratta di un fenomeno descritto come “perlopiù irreversibile”. “Alcune evidenze più recenti hanno tuttavia mostrato l’esistenza di numerosi casi in cui regioni precedentemente caratterizzate da un basso livello di sviluppo iniziano a crescere, attraendo imprese e forza lavoro qualificata dalle regioni con attività economica forte, a causa degli elevati livelli di congestione di queste aree” evidenzia in sintesi lo studio di Bankitalia. Un fenomeno questo, definito “seconda ondata della globalizzazione”. In definitiva, “l’interazione tra i costi di pendolarismo e le esternalità tecnologiche dovute all’agglomerazione può determinare una molteplicità di equilibri. Per esempio, in presenza di costi di congestione bassi, le attività economiche tecnologicamente più avanzate tenderanno a concentrarsi nella regione ‘core’, mentre la periferia si specializzerà in attività di tipo tradizionale. Per costi di congestione più elevati, invece, sarà possibile osservare il fenomeno della cosiddetta agglomerazione reversibile, in cui un iniziale processo di concentrazione è seguito dalla rilocalizzazione dell’attività di ricerca e sviluppo che comporta la nascita di nuove imprese nella periferia.
Fonte: Trambus