1 Dicembre 2010
La questione dell’applicazione transfrontaliera di sistemi per l’enforcement sta sollevando interrogativi in Europa. Il Consiglio dei Ministri per il Trasporto europeo è tenuto a delineare una posizione sulle misure di esecuzione per aiutare l’UE a raggiungere il suo nuovo obiettivo di ridurre le morti su strada del 50% entro il 2020. Tuttavia, il pacchetto di misure necessarie per raggiungere questo target di sicurezza comprende una direttiva sul Cross Border Enforcement, oggetto di discussione. Un accordo politico per la direttiva sul Cross Border è stato identificato come di fondamentale importanza per affrontare le infrazioni transfrontaliere. La direttiva impone agli Stati Membri di istituire un sistema di scambio di informazioni relative alla sicurezza stradale e alle infrazioni commesse dai non residenti. L’obiettivo è una riduzione dei reati attraverso il potenziamento dell’enforcement. Per esempio, la Francia e la Spagna attraverso programmi di rafforzamento dell’enforcemnet hanno raggiunto una riduzione dell’incidentalità su strada rispettivamente del 48% e del 52%. La direttiva è particolarmente efficace per il controllo del traffico dei non residenti che spesso sfuggono alla punizione delle infrazioni commesse durante la guida in altre nazioni europee. Questo mina la credibilità dei sistemi di controllo esistenti, efficaci con i residenti, ma non con i visitatori. Tuttavia non mancano gli ostacoli alla direttiva. Il Regno Unito, per esempio, non si è dichiarato disposto a lasciare che 27 Stati Membri abbiano accesso alle banche dati inglesi che contengono informazioni sui proprietari dei veicoli.
Fonte: ITS International