Clima: pubblicato il rapporto IPCC. Con giuste politiche possiamo dimezzare emissioni al 2030

6 Aprile 2022


Pubblicato il terzo volume (WG3) del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC, la più aggiornata e completa rassegna scientifica sui cambiamenti climatici.

Nel periodo 2010-2019 le emissioni medie annue di gas serra a livello globale erano ai livelli più alti della storia dell’umanità, ma il loro tasso di crescita è rallentato. Senza un’immediata e profonda riduzione delle emissioni in tutti i settori, l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C è fuori portata. Tuttavia, ci sono sempre più evidenti risultati portati dall’azione climatica, dicono gli scienziati nell’ultimo rapporto del Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), appena pubblicato.

Dal 2010, ci sono state riduzioni significative – fino all’85% – nei costi dell’energia solare, dell’energia eolica e delle batterie. Una gamma crescente di politiche e leggi ha migliorato l’efficienza energetica, ridotto i tassi di deforestazione e accelerato la diffusione delle energie rinnovabili.

La sintesi per i decisori politici (Summary for Policymakers) del rapporto del gruppo di lavoro III dell’IPCC, Climate Change 2022: Mitigation ofclimate change è stata approvata il 4 aprile 2022 da 195 governi membri dell’IPCC, attraverso una sessione virtuale di approvazione iniziata il 21 marzo. Si tratta della terza parte del Sesto Rapporto di Valutazione (AR6) dell’IPCC, che sarà completato quest’anno.

In tutti i settori esistono soluzioni che possono almeno dimezzare le emissioni entro il 2030.
Limitare il riscaldamento globale richiederà importanti transizioni nel settore energetico. Ciò comporterà una sostanziale riduzione dell’uso dei combustibili fossili, una diffusa elettrificazione, una migliore efficienza energetica e l’uso di sistemi di alimentazione alternativi (come quelli basati sull’idrogeno).

Le città e altre aree urbane offrono opportunità significative per la riduzione delle emissioni, che può essere conseguita attraverso un minore consumo di energia (ad esempio creando città compatte e percorribili a piedi), l’elettrificazione dei trasporti in combinazione con fonti energetiche a basse emissioni, e un maggiore assorbimento e stoccaggio del carbonio utilizzando soluzioni naturali. Esistono opzioni per città già consolidate, per città in rapida crescita e per città nuove.

Negli scenari valutati nel rapporto, limitare il riscaldamento a circa 1,5°C richiede che le emissioni globali di gas serra raggiungano il loro picco, al più tardi, nel 2025 per poi ridursi del 43% entro il 2030; allo stesso tempo, anche il metano dovrebbe essere ridotto di circa un terzo. Anche se faremo questo, è quasi inevitabile che supereremo temporaneamente tale limite di temperatura, ma potremmo ritornare al di sotto di esso entro la fine del secolo.

Questa valutazione mostra che limitare il riscaldamento a circa 2°C richiede comunque che le emissioni globali di gas serra raggiungano il loro massimo al più tardi entro il 2025, e siano ridotte di un quarto entro il 2030.

Il rapporto guarda oltre le tecnologie e dimostra che, anche se i flussi finanziari sono da tre a sei volte inferiori ai livelli di cui abbiamo bisogno entro il 2030 per limitare il riscaldamento sotto i 2°C , ci sono sufficienti capitali globali e liquidità per colmare le carenze di investimenti. Tuttavia, da parte dei governi e della comunità internazionale occorre un segnale chiaro, che includa un più forte allineamento della finanza e della politica del settore pubblico.

Fonte: Eco dalle Città