18 Giugno 2020
Oltre 3.500 italiani hanno partecipato all’indagine di Euromobility sullo smart working. Sono 36 i milioni di km al giorno che lo smart working può fare risparmiare, la metà dei quali in auto.
Tremila tonnellate di CO2, settemila chilogrammi di ossidi di azoto e 600 di polveri sottili sono le emissioni evitabili con la diffusione del lavoro a distanza in Italia, in forma di smart working o del più tradizionale telelavoro.
È quanto emerge dallo studio di Euromobility basato sull’indagine condotta in Italia nei mesi di lockdown.
Il 47% dei cittadini intervistati si dichiara molto soddisfatto dell’esperienza di lavoro agile e il 45% abbastanza soddisfatto. Il 37% vorrebbe mantenere lo smart working il più possibile, mentre il 52% si augura di poter continuare a praticarlo almeno qualche giorno a settimana.
Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’indagine sullo smart working in Italia in periodo di coronavirus. E, se consideriamo che il 68% dei rispondenti ha dichiarato di utilizzare normalmente l’automobile per recarsi al lavoro, se non perderemo l’occasione, questo periodo potrà consegnarci città meno congestionate e una migliore qualità della vita e del nostro tempo.
In conclusione, la diffusione del lavoro a distanza è in grado di portare indubbi benefici alla collettività sul piano energetico, ambientali e di riduzione della congestione. Ma anche al datore di lavoro, in termini di consumi, di spazi di lavoro ed eventuali benefit, e al lavoratore, da un punto di vista economico, di tempo e qualità della vita.
Tutti i dati della ricerca sono disponibili all’indirizzo www.euromobility.org/smart-working/.