24 Maggio 2019
Un tratto di 9 chilometri lungo Utstranda road, via di comunicazione che attraversa il territorio della città norvegese di Hole, piccolo centro a qualche decina di chilometri dalla capitale Oslo, è stato dotato di punti luce che sono in grado di modulare automaticamente la quantità di luce emessa in funzione del traffico che scorre lungo la carreggiata.
L’impianto adaptive di Utstranda road, commissionato dalla Norwegian Public Roads Administration, è composto da 220 luci LED dimmerabili che, invece che emettere una quantità costante di luce, sono in grado di modularla in funzione delle richieste provenienti dall’ambiente esterno. Il progetto è intervenuto su un’infrastruttura esistente: su ogni palo è stato infatti installato un sensore radar a 360° che rileva i movimenti provenienti dall’area che lo circonda (da una velocità minima di 2 km/h a una massima di 200 km/h) ed è in grado di comunicare wireless con gli altri: quando il primo della serie si attiva, lo fanno anche gli altri “a cascata”, aumentando la quantità di luce emessa portandola al massimo possibile per poi riabbassarla man mano che l’oggetto in movimento passa.
Le variazioni di intensità luminosa sono dell’ordine del 20%: quando la strada è vuota con il sistema smart lighting, i pali emettono l’80% della luce che possono emettere, portandola al 100% solo in caso di effettivo utilizzo per poi diminuirla di nuovo seguendo la velocità dell’oggetto che li mette in funzione perché il sistema è in grado di rilevare e differenziare le diverse andature adattandocisi. Anche se non sono noti i costi, i vantaggi sono sia diretti e immediati che con ricadute nel tempo e a scala diversa: da una parte grazie alle luci LED è possibile ottenere risparmi considerevoli soprattutto nelle strade con minore traffico sia nei consumi energetici (nel caso di Utstranda road si parla di 2.100 KWh alla settimana) che nei costi di gestione e manutenzione della linea (fonti luminose più durevoli e meno utilizzate richiedono minori interventi di sostituzione degli elementi), mentre dall’altra, guardando più avanti nel tempo, si abbassa progressivamente l’impatto sull’ambiente per la minore emissione di gas serra.
L’attenzione di tutti i paesi nordici all’ambiente e alla gestione responsabile delle risorse per il futuro del pianeta ha portato molti stati a progettare e avviare strategie nazionali di medio e lungo periodo orientate alla sostenibilità, caldeggiate dai molteplici ma sempre più disattesi accordi mondiali sul clima. Mentre in Danimarca Copenaghen sta lavorando al progetto di diventare la prima capitale carbon neutral attraverso il suo Climate Plan, la Svezia ha approvato il Climate Act che vuole rendere il paese la prima nazione al mondo che azzererà le emissioni di gas serra entro il 2045, con l’obiettivo di un bilancio negativo negli anni successivi.
Fra i maggiori produttori di petrolio a scala continentale (nonché terzo esportatore al mondo dopo Arabia Saudita e Russia), la Norvegia, nazione anche per questo fra le più ricche al mondo, da tempo sta lavorando alla radicale trasformazione delle sue modalità di produzione e approvvigionamento energetico attraverso piani come Energi21. Promosso dal Ministry of Petroleum and Energy con l’obiettivo di individuare le linee di sviluppo come il sistema di smart lighting, per un settore strategico che deve diventare più sostenibile, la sua quarta revisione punta tutto sulle fonti alternative per una produzione energetica destinata sia al mercato nazionale che all’esportazione (solare, eolico offshore e idroelettrico, quest’ultimo tradizionale pilastro per la produzione energetica che si conferma come vera e propria spina dorsale per il sostentamento nazionale).
Fra le molteplici azioni messe in campo, l’utilizzo di sistemi di illuminazione intelligenti per le strade e gli spazi pubblici non è nuovo. Oslo, ad esempio, sta lavorando dal 2006 per rendere più sostenibile ed economica la sua rete attraverso il progressivo utilizzo di luci LED e lo sviluppo di progetti che stanno portando l’IoT direttamente sui punti luce: a partire dal 2012 sono stati installati 55.000 nuovi alimentatori elettronici che hanno permesso il controllo da remoto della quantità di energia consumata, dei tempi di accensione di ognuno, dei flussi di traffico sulle strade e delle condizioni meteorologiche, e dato la possibilità di modulare l’intensità di luce prodotta in funzione dell’utilizzo e delle necessità e la quantità di punti luce in funzione.
Fonte: Teknoring