13 Giugno 2012
Il Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori – nell’ambito della IV Campagna sulla sicurezza stradale TrasporTiAmo – ha reso noti i dati sull’incidentalità dei veicoli commerciali. L’autotrasporto italiano tra il 1991 e il 2010 ha ridotto del 46,6 il numero di vittime negli incidenti in cui è stato coinvolto scendendo – nei 20 anni considerati – da 502 a 268 deceduti. Anche gli incidenti ed i feriti sono diminuiti negli ultimi 10 anni, i primi del 17,9% (da 15.721 del 2000 ai 12.897 del 2010) i secondi dell’1,7 (dai 10.936 a 10.749).
In particolare nel 2010 sono stati coinvolti in incidenti stradali 27.346 veicoli autocarri e motocarri, pari al 6,9% del totale. Ma la statistica non distingue tra veicoli adibiti al trasporto in contro proprio e al trasporto in conto terzi, due settori i cui comportamenti sono enormemente differenti per dimensioni, carichi, localizzazioni e percorrenze. Questo impedisce una corretta valutazione del fenomeno e, di conseguenza, l’elaborazione di misure efficaci a contenerne gli effetti più pericolosi.
La mancata distinzione fra conto proprio e conto terzi fa si che le rilevazioni si limitino a conteggiare (dati Aci-Istat 2010) 211.404 sinistri in totale, di cui 160.049 (il 75,7%) su strade urbane. Analogamente, per quanto riguarda morti e feriti, la percentuale dei primi sulle strade urbane è del 43% (1.759 su 4090) e quella dei secondi è del 72,1% (218.383 su 302.735).
Ma sulle strade urbane i veicoli più pesanti (prevalentemente utilizzati per il trasporto merci in conto terzi) spesso non possono circolare per le zone a traffico limitato, per le stesse dimensioni delle strade o per altri tipi di limitazioni.
L’Istat appare consapevole della necessità di una revisione delle rilevazioni in questo settore, dal momento che nel dicembre scorso ha avviato una riflessione per individuare le criticità del sistema attualmente adottato e rinnovare lo schema di raccolta dei dati, ponendo maggiore attenzione ai singoli settori del trasporto.
Fonte: Trasportale