28 Settembre 2017
L’autopilota non può sostituire l’uomo. E’ la conclusione di un rapporto del National Trasport Safety Board, agenzia del governo statunitense deputata alle indagini sugli incidenti stradali. L’ente ha “assolto” un’auto a guida assistita dall’accusa di aver provocato la morte del suo conducente. Lo schianto sarebbe stato causato dal pilota che ha “delegato” al robot il controllo del mezzo.
L’automobile, dotata di un sistema di guida assistita, è stata tranciata da un camion mentre viaggiava su strada in Florida, nel maggio del 2016. L’uomo a bordo è morto sul colpo. Le analisi tecniche hanno appurato che il veicolo non ha riconosciuto l’autocarro perché, essendo di colore chiaro, l’ha scambiato per una porzione di cielo. Di conseguenza, il radar non ha emesso segnali di pericolo.
La responsabilità, secondo il rapporto, ricade tutta sul pilota. In 37 minuti di viaggio il conducente ha toccato il volante solo per pochi secondi, affidando l’auto ai calcoli del computer. Oltre a sovrastimare le possibilità del mezzo, il conducente viaggiava a una velocità superiore al limite consentito.
I sistemi di frenata in dotazione alla Tesla S, il veicolo coinvolto nell’incidente, non sono in grado di riconoscere un veicolo posizionato di lato rispetto alla visuale della telecamera di bordo. In questo caso il camion era posto di traverso rispetto all’automobile e, per questo motivo, non era “visualizzabile” dai sistemi automatici. Il pilota automatico non è intervenuto, dando per scontata un’azione diretta del conducente.
La tecnologia alla base delle auto a guida assistita è ancora in via di sperimentazione. I costruttori stanno cercando di migliorare le loro performance
Fonte: TGCom