12 Ottobre 2016
Nel 2020 quasi 1 vettura su 3 sarà connessa con il cosiddetto “internet delle cose”. Il business legato allo scambio dei dati tra veicoli e utenti raggiungerà quota 68 miliardi di euro, circa 160 a veicolo, per applicazioni e servizi a valore aggiunto. Gli automobilisti spenderanno fino a 800 euro in connettività per ottenere risparmi su assicurazioni, consumi di carburanti e manutenzione. Nei prossimi 15 anni metà del parco circolante sarà dotato di una propulsione elettrica o ibrida, mentre nei centri cittadini si confermeranno come soluzione vincente i servizi di car sharing.
Sono questi i principali trend che emergono dall’analisi condotta, a livello mondiale, dalla società globale di consulenza aziendale AlixPartners dal titolo “Guida autonoma e connessa: l’industria dell’auto si reinventa”, i cui risultati sono stati illustrati da Giacomo Mori, Managing Director, nel corso della manifestazione #FORUMAutoMotive, promossa a Milano oggi con l’obiettivo di dare una nuova forte scossa ai protagonisti della mobilità a motore.
La ricerca evidenzia come nei prossimi 15 anni l’industria automobilistica abbia davanti a sé la più grande sfida degli ultimi 100 anni, determinata soprattutto dai più recenti progressi tecnologici.
Nel 2030 metà di tutte le autovetture sarà dotata di un propulsore elettrico o ibrido e quasi tutte sfrutteranno probabilmente la tecnologia della connettività.
Secondo lo studio di AlixPartners, i servizi online influenzeranno considerevolmente l’esperienza di guida e offriranno nuove opportunità di ricavo, mentre nelle aree urbane proseguirà l’espansione della mobilità individuale attraverso servizi di car sharing con soluzioni free floating. Soltanto le organizzazioni che sapranno integrare questa nuova dimensione digitale nella propria strategia potranno competere e continuare ad avere un peso in questa industria in rapida evoluzione.
La diffusione delle vetture connesse sta evidentemente aumentando ed entro il 2020 il 30% del parco circolante mondiale sarà connesso con il cosiddetto “internet delle cose”.
Entro quella data i ricavi associati allo scambio di dati tra veicoli e utenti raggiungerà i 68 miliardi di euro, circa 160 a veicolo, per applicazioni e servizi a valore aggiunto.
Da parte loro, gli automobilisti saranno pronti a pagare fino a 800 euro questi servizi di connettività che porteranno benefici di gran lunga superiori ai costi sostenuti sul fronte delle assicurazioni, dei consumi di carburante, della sicurezza e della manutenzione.
La ricerca di AlixPartners analizza i vantaggi determinati dalla diffusione dei veicoli a guida autonoma nel mercato statunitense, che di fatto è anticipatore di tendenze rispetto agli altri mercati mondiali. Qui le connected car consentiranno di evitare gran parte dei costi derivanti dagli incidenti dovuti a errori umani (200 miliardi di euro), di ridurre in modo significativo i consumi di carburante e le relative emissioni inquinanti (50 miliardi di euro) e di migliorare la produttività evitando i costi connessi al traffico e al parcheggio (75 miliardi di euro).
L’auto a guida autonoma sarà il punto di arrivo di uno sviluppo complessivo dei sistemi di ausilio alla guida, iniziato con il sensore di controllo della distanza nei parcheggi e il cruise control, ma nessun veicolo a guida completamente autonoma sarà in strada prima del 2020.
La diffusione dei veicoli a guida autonoma potrà creare più di 20 miliardi di dollari di ricavi per il mercato dei sensori, software e computer, determinando un’accesa concorrenza tra i diversi provider; già oggi la Silicon Valley sta investendo nelle strart-up in tutte le aree di queste tecnologie, con un impegno di risorse pari a circa 900 milioni nel solo 2015 per sistemi di sicurezza, automazione, connessione, navigazione e comunicazione.
Nei prossimi anni il mercato mondiale dell’auto continuerà ad avere un trend crescente ed entro il 2023 le vendite globali raggiungeranno quota 110 milioni di automobili l’anno (+22 milioni rispetto a oggi); oltre il 60% di tale incremento dovrebbe provenire dalla Cina, dove il mercato automobilistico registra ogni anno una crescita del 6%, mentre negli Stati Uniti invece si prevede una stagnazione nel triennio 2018-2020, con una successiva lenta ripresa fino a 17 milioni di unità entro il 2022. In Europa (+3% nel raffronto previsionale 2023 vs 2015) le vendite di auto dovrebbero trarre impulso dalla crescita nei paesi dell’Est e dalla ripresa di una domanda finora debole nelle regioni meridionali del Vecchio Continente, mentre i mercati occidentali più ampi non subiranno variazioni sostanziali.
Fonte: Alix Partners