1 Dicembre 2016
“La digitalizzazione del trasporto non è un’opzione ma una necessità”. Così Violeta Bulc, commissaria Ue ai Trasporti, ha presentato le linee guida del piano Cooperative Intelligent Transport Systems.
“Si tratta di stabilire un quadro di riferimento complessivo da qui al 2019, quando le prime vetture a guida autonoma arriveranno sul mercato – ha spiegato Bulc – Per allora vogliamo rendere la mobilità smart e adeguare le infrastrutture. Di qui il nostro piano Cooperative Intelligent Transport Systems (C-ITS) con investimenti che nel tempo supereranno i tre miliardi di euro”.
Il C-ITS ha come obiettivo quello di rendere le strade europee sempre più intelligenti per fare in modo che l’auto possa comunicare con le infrastrutture stesse. Un sistema, questo, che si muoverà grazie all’Internet of Things e alle comunicazioni via 5G e in cui tutto è connesso: dal semaforo fino al cartello stradale. I sensori delle vetture permetteranno agli utenti di ricevere quante più informazioni possibile, dagli aggiornamenti sul traffico fino alla velocità di marcia ottimale.
L’obiettivo Ue è la realizzazione di una rete unificata a disposizione di tutti i costruttori, in modo da non frammentare il mercato con standard differenti. La sfida nel lancio di tali tecnologie risiede anche nel controllo della privacy, la protezione dei dati personali è uno degli elementi cruciali che determineranno lo scambio di informazioni tra le vetture. A partire dal 2018 saranno introdotte le prime leggi ad hoc, frutto del piano C-ITS. L’Europa fornirà una ricca serie di sistemi C-ITS entro il 2019, anno in cui i costruttori cominceranno a produrre in serie vetture intelligenti. Il piano apre le porte anche alla guida autonoma.
Molti paesi hanno già reso disponibili alcuni tratti di strada per testare le auto “senza pilota”, il cui sviluppo procede a grossi passi ma non senza intoppi, come alcuni incidenti che hanno coinvolto le Tesla dotate del sistema Autopilot.
Nel frattempo le linee guida puntano sull’incremento delle funzioni intelligenti intermedie delle macchine: la loro capacità di parcheggiare o di frenare, la comunicazione con altre macchine per avvertire ad esempio se c’è un incidente e infrastrutture adeguate. Fra danni evitati e vite slavate, si calcola un risparmio fra i quattro e i dieci miliardi di euro. Ma procederemo un passo alla volta. “Se stabilissimo ora il quadro normativo – avverte la Bulc – rischieremmo di anticipare i tempi. Bisogna esser cauti: un hacker che riesce a violare uno smartphone può rubare dei dati. Con una vettura a guida autonoma si rischia molto di più. E c’è la parte assicurativa e della privacy da affrontare”.
Intanto sono partiti i test delle auto a guida autonoma nelle nelle aree metropolitane di Lisbona, Madrid e Parigi, le tre più grandi città dell’Atlantic Core Network Corridor che comprende strade classificate come prioritarie per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto europee.
L’obiettivo del progetto europeo Autocits è di facilitare la diffusione di veicoli autonomi in centri urbani attraverso lo sviluppo di servizi cooperativi di trasporto intelligente che consentiranno a veicoli, utenti e infrastrutture di comunicare e condividere informazioni utilizzando lo standard Europeo ITS-G5.
Fonte: Cor.Com